Come vi abbiamo anticipato al termine dell’ultima news, questo approfondimento risponderà alle seguenti domande:
- Perché è importante prevenire e gestire il rischio valanghe?
- Quali sono i danni e le conseguenze delle valanghe sugli esseri umani?
Per fare questo cominciamo col dire che gli incidenti da valanga sono più comuni nei mesi invernali, ma dove esiste una superficie innevata possono verificarsi in ogni mese dell’anno e, alle quote più elevate, anche in piena estate. Oltre a causare danni enormi alle superfici boscate di medio versante, possono danneggiare gli impianti di risalita e, quando raggiungono il fondo valle costituiscono una grave minaccia per la vita umana, perché possono investire centri abitati e vie di comunicazione e, a causa del blocco della viabilità, danneggiare anche pesantemente le economie locali. Per questo i comprensori sciistici, gli enti pubblici ed i corpi di pubblica sicurezza sono tenuti ad adottare misure di controllo e prevenzione delle valanghe.
Il tipo di danno che può essere provocato da una valanga va dunque ben al di là del solo pericolo di morte per escursionisti e sciatori che sono soliti seguire percorsi non tracciati o controllati.
La mancata mobilità di strade e ferrovie nonché l’inagibilità di edifici pubblici e strutture private comporta ogni anno notevoli danni economici alle comunità montane, disagi ai turisti che le frequentano e a tutto l’indotto generato.
I rischi legati al distacco naturale degli accumuli nevosi spazia dunque dalla sfera economica a quella sociale, ma quali sono i costi umani di questi fenomeni?
Per cominciare è bene sapere che le possibilità di sopravvivere ad una valanga sono medio-basse. Se da un lato è vero che una percentuale di poco superiore al 50% delle vittime di valanghe sopravvive anche in caso di seppellimento completo, dall’altro lato le statistiche ci dicono che queste percentuali calano drasticamente quando la vittima rimane immersa nella neve per più di 15 minuti. La maggior parte degli incidenti da valanga che si risolvono senza decessi avvengono dunque in casi in cui i soggetti coinvolti possono essere soccorsi in breve tempo. In questo senso risulta chiaro come, insieme alle misure di prevenzione adottate da enti e comprensori, sia fondamentale anche la conoscenza delle migliori pratiche di sopravvivenza da parte degli escursionisti. Questi ultimi sono infatti tra le vittime più colpite da qualche anno ad oggi, soprattutto a causa dell’autentico boom che le attività fuoripista hanno vissuto di recente.
In ogni caso, la sola mancanza di seppellimento completo non è sufficiente a rendere più probabile la sopravvivenza: almeno una vittima su sette decede a seguito delle gravi ferite riportate.
Secondo le statistiche, su tutto l’arco alpino ogni anno perdono la vita una media di 100 persone, molti dei quali sono sciatori fuoripista o alpinisti che intraprendono percorsi non controllati.
Nel corso della stagione 2019/2020, nel solo territorio italiano gli incidenti causati dal distacco naturale di una valanga sono stati 35 ed hanno coinvolto 54 persone, 13 delle quali (24%) sono decedute mentre altrettante sono rimaste ferite.
In questo contesto la prevenzione ed il controllo risultano essere armi fondamentali per combattere le esternalità negative causate dalla neve.
Nella prossima news scopriremo insieme quali strumenti e quali metodi vengono comunemente utilizzati da enti e comprensori per la messa in sicurezza dell’ambiente montano.
Alla prossima!