Dopo esserci focalizzati sugli aspetti più tecnici dell’universo valanghe, con questo approfondimento andiamo alla scoperta degli eventi valanghivi che hanno generato più vittime nella storia. Un excursus sicuramente impressionante, ma che ci aiuta a renderci conto della forza distruttiva di questo fenomeno. Cominciamo!
Sebbene non sia possibile rintracciare ogni evento valanghivo della storia, dal 1900 ad oggi sono purtroppo tante le slavine ad aver generato un alto numero di vittime e danni consistenti alle comunità colpite. Di seguito trovate elencate i cinque eventi valanghivi più mortali fino ad oggi registrati.
5. 265 decessi: Inverno del terrore (1950-51), Alpi austro-svizzere
L ‘”inverno del terrore” fu un periodo di tre mesi nel 1950-51, quando un andamento meteorologico anomalo portò molta più neve del solito sulle Alpi svizzero-austriache. Circa 650 valanghe spazzarono le montagne, uccidendo più di 265 persone e distruggendo villaggi e foreste.
4. 310 decessi. Avalanche afgane (2015), Panjshir, Afghanistan
Dal 24 al 28 febbraio 2015, alcune valanghe generate da forti tempeste di neve nella provincia di Panjshir, in Afghanistan, uccisero almeno 310 persone e ne ferirono altre 129. 1.000 soldati afgani furono schierati nella provincia di Panjshir per partecipare ai soccorsi. Secondo il governatore ad interim del Panjshir, Abdul Rahman Kabiri, queste valanghe furono le peggiori che l’Afghanistan avesse visto da 30 anni.
3. 4.000+ decessi. Valanga del monte Huascaran(1962), Perù
Il 10 gennaio 1962, una valanga sulle pendici di un vulcano spento uccise più di 4.000 persone in Perù. Nove città e sette villaggi più piccoli furono distrutti.
Il monte Huascaran sorge a 6.700 metri sopra il livello del mare nelle Ande peruviane. Sotto di essa si trovavano molte piccole comunità di coltivatori. La sera del 10 gennaio, mentre la maggior parte della popolazione della regione era radunata nelle proprie case per la cena, il bordo di un gigantesco ghiacciaio si ruppe improvvisamente in due e si è precipitato giù dalla montagna. Il blocco di ghiaccio aveva le dimensioni di due grattacieli e pesava circa 6 milioni di tonnellate.
Complessivamente, circa 4.000 persone persero la vita nella valanga. Alcuni corpi furono trasportati fino all’Oceano Pacifico vicino a Chimbote, a 150 kilometri di distanza. Altri furono sepolti sotto così tanti detriti che i loro corpi non furono mai recuperati. Altri 10.000 animali da fattoria furono uccisi e milioni di dollari di raccolti vennero distrutti.
2. 10.000+ decessi. Venerdì bianco (1916), monte Marmolada, Italia
Il Venerdì Bianco ebbe luogo sul fronte italiano della prima guerra mondiale, quando una valanga colpì la caserma austro-ungarica sul monte Marmolada, uccidendo 270 soldati. Lo stesso giorno altre valanghe travolsero le posizioni italiane e austro-ungariche, uccidendo centinaia di soldati. Secondo alcuni rapporti, entrambe le parti hanno deliberatamente sparato proiettili verso gli snowpack indeboliti nel tentativo di seppellire la fazione avversaria.
1. 20.000+ decessi. Valanga dell’Huascarán-Ancash (1970), Perù
Al primo posto ritroviamo il monte Huascarán: il 31 maggio 1970 una valanga di detriti e una colata di fango innescata dal terremoto di Ancash distrussero infatti la città peruviana di Yungay e dieci villaggi vicini, generando più di 20.000 morti. Ad oggi è la valanga più mortale della storia.
Il terremoto destabilizzò il ghiacciaio, smuovendo una massa di neve che si diresse a gran velocità verso valle, diventando una colata di fango mentre accumulava grandi volumi di terra sciolta, roccia e acqua superficiale. Il bilancio delle vittime fu aggravato dal fatto che il terremoto avvenne di domenica, quando migliaia di persone si trovavano radunate a Yungay per partecipare al mercato cittadino.In questa news abbiamo visto come questi fenomeni siano spesso causa di tragedie che colpiscono intere comunità, spesso con esiti disastrosi. Per questo motivo la prevenzione non è solo una garanzia in termini di sicurezza, ma anche un investimento importante a tutela del territorio e delle proprie risorse.
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